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Accoglienza: migliaia senza lavoro dopo le nuove norme Salvini

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Accoglienza: migliaia senza lavoro dopo le nuove norme Salvini
Licenziati dai centri le figure di psicologi ed insegnanti d’italiano. Ridotti al minimo orario tutti gli altri

Migliaia di posti di lavoro a rischio nel settore dell’accoglienza migranti. Secondo il quotidiano “Avvenire” sarebbero circa diciottomila i posti di lavoro in bilico a causa del nuovo Decreto del Ministero dell’Interno.

Insomma, al grido di “prima gli italiani”, in queste settimane centinaia di lavoratrici e lavoratori delle cooperative che hanno gestito l’accoglienza per gli stranieri richiedenti protezione internazionale, stanno ricevendo lettere di licenziamento. Dal primo marzo, infatti, molte Prefetture del Paese hanno chiesto la “rideterminazione delle prestazioni e dei valori economici”, in forza del Decreto del Ministero dell’Interno, adottato a novembre del 2018.

La nuova linea del Ministro Salvini, in pratica, ristabilisce sia le condizioni economiche, sia i servizi da offrire ai richiedenti protezione internazionale. Con un semplice tratto di penna il Ministero ha deciso di sopprimere alcune servizi fondamentali nel percorso di accoglienza: l’insegnamento della lingua italiana ed il sostegno socio psicologico. È così che migliaia di insegnanti e psicologi stanno per essere licenziati dalla sera alla mattina, solo per alimentare la propaganda della riduzione dei costi dell’accoglienza. È stata dimezzata la mediazione interculturale e si riducono anche gli operatori diurni. Per portarla sui numeri proviamo a fare un esempio concreto: fino ad inizio anno un centro di accoglienza che ospitava cinquanta stranieri, doveva assicurare un direttore, due operatori diurni, un operatore notturno ed un mediatore culturale. Tutti con contratti full time.

A questi andavano aggiunti dei lavoratori part time, ovvero un assistente sociale, uno psicologo, un insegnante d’italiano, un infermiere, un medico ed un avvocato. Per un totale di cinque contratti di lavoro full time e sei di lavoro part time. Oggi, invece, con le nuove norme, un solo contratto di lavoro sarà full time e altri sei con part time molto ridotti. Ad occhio e croce potremmo dire che per ogni centro di accoglienza di cinquanta stranieri si sono persi circa quattro posti di lavoro e ridotti al minimo altri sei.

Questi posti di lavoro sono occupati dai nostri giovani laureati in psicologia, insegnanti di italiano, mediatori culturali ed operatori sociali. Insomma, per il momento l’unica cosa che hanno avuto “prima gli italiani” sono i licenziamenti in tronco. Magari era per allargare la platea del reddito di cittadinanza.

 


 

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